Il Carisma

Slide 1

Nicodemo: è icona dell’esperienza di tanti giovani (e non solo) che attraversano il buio della fede o sperimentano tratti di storia personale in cui si è smarrito il senso della vita e del proprio valore.
In questi momenti le domande profonde sono come spine affilate e diventano il trampolino di lancio per iniziare a cercare, a gridare, a chiedere aiuto. E l’incontro con Gesù, come per Nicodemo, segna quel rinascere dall’alto, quella nuova nascita in cui ritrovarsi amati, amabili e donatori di amore.

 

Casa: In quanto luogo, casa Nicodemo rimanda essenzialmente ad una dimensione di casa. E’ la nostra carta d’identità.
Non siamo un monastero, un istituto, una casa di esercizi, una comunità famiglia. Siamo Casa Nicodemo cioè una realtà a misura di famiglia, come solo una casa può esserlo. Certo una famiglia allargata, che si fa piccola comunità.
Perché casa e non altro?
Lo dice bene Ermes Ronchi in un suo libro a noi tanto caro (Le case di Maria – Polifonia dell’esistenza e degli affetti): “Fare casa, costruire la casa. La casa che non è soltanto l’abitazione, ma il luogo dove accadono gli eventi decisivi della vita. I fatti più importanti della vita non sono alcuni accadimenti extra-ordinari, ma quando ci sentiamo toccati dagli altri. Chi ti tocca è entrato in te, ormai lo ospiti in casa … porta semi, sollecita e risveglia le sorgenti della vita … Perché questo è il Sogno di Dio: che nessuno sia solo nella vita e che nessuna casa sia senza festa del cuore … la casa è il luogo dove gli affetti, dove tutta intera la dimensione emozionale, possono essere vissuti e scambiati nel modo più libero e adeguato… Nella casa, Dio ti sfiora, ti tocca…ti tocca in un giorno di lacrime, nell’abbraccio dell’amico o quando nel deserto del sempre uguale ti imbatti dell’inaudito.” La casa richiama e conduce a due aspetti umani: la familiarità e la quotidianità.

 

Fraternità: “La casa, dentro una vita di preghiera e di condivisione, diventa una   fraternità di diverse vocazioni che esprimono il volto dello stesso Amore”.
A rendere epifania cioè vivo e incontrabile quest’amore, è innanzitutto la scelta di vivere in fraternità di un gruppo di persone, semplici discepoli e cercatori dello stesso Volto.
Il cuore della casa si nasconde in quell’essere servi gli uni degli altri, in un continuo movimento di dono e perdono.
Una regola di vita ci tiene ancorati alla scelta, la lavanda dei piedi si fa impellente richiamo dentro ogni gesto fraterno e la promessa ad ogni inizio anno diventa l’affidamento della nostra povera umanità al Padre.

 

Preghiera: Casa che raccoglie.
Il raccoglimento è prendere distanza dalle cose di fuori, per una maggiore attenzione rivolta a sé, per un ascolto della Parola e per una lode comune nella vita di tutti i giorni.
Un luogo che porta “dentro”, che necessita di quiete, di tempi vuoti e camminate lente, di una chiesina in cui fermarsi, di una Parola a cui tornare, di una sobria camera in cui ritirarsi in solitudine con una penna in mano, di un giardino fiorito per intravedere “l’oltre”.
La casa che raccoglie libera il cuore dalla scena del mondo per una prossimità, una familiarità, un intimità con qualcuno (noi stessi, gli altri, Dio) che si fa più attenta, più presente, più umana. Questo “rientrare dentro” è l’atteggiamento di Maria che si mette ai piedi di Gesù: consegna le lacrime, il peccato, la fragilità e si lascia avvolgere dalla misericordia del Signore.  Dalla preghiera continua la vita ne esce umanizzata e purificata, il cuore più conforme al volto di Cristo. Si ritorna nella propria quotidianità rinnovati e con quell’energia spirituale da donare là dove si è chiamati. Inoltre la preghiera è nutrimento essenziale per la vita fraterna. Non solo si è e si costruisce la comunità intorno alla Parola pregata e custodita; la preghiera liturgica e personale diventano la sorgente dalla quale attingiamo la fede necessaria per alzarci ogni mattina e pronunciare il nostro “SI”.

 

Accoglienza: Casa che accoglie.
L’accoglienza diviene il frutto di una vita di preghiera e lo stile della casa che chiama e contagia chiunque entri. La casa si apre al passante che si ferma per un vespro o per un week-end, al cercatore di Dio che partecipa alla lectio, al giovane che ha domande da porre e inquietudini da sviscerare, al parrocchiano che si unisce alle lodi della domenica.
E in questa nostra vita comunitaria ci sentiamo sostenuti e in comunione con tante persone che partecipano, dedicano energie e tempo, offrono carismi.
Non c’è vita evangelica se non dentro una condivisione comunitaria.

 

Annuncio: Casa Nicodemo offre esperienze ed eventi con le quali cerchiamo di interpellare i giovani (e ogni cercatore della verità!) sul senso della vita, su cosa significhi oggi seguire Gesù e come la via evangelica renda “la vita buona, bella e beata” (Enzo Bianchi). Tutto in Casa Nicodemo si fa strumento per indicare Gesù, il Signore. La preghiera quotidiana, la cura della casa, l’imperfezione dell’ordine, i piccoli gesti di accoglienza, l’amore per la Parola, una buona cena in fraternità, la passione per l’umano, il giardino fiorito, la debolezza riconosciuta e accolta, una risata riconciliante, il silenzio custodito, la pazienza delle stagioni, la presenza dei piccoli, la gioia della danza, il canto nella liturgia, un abbraccio e una parola di perdono, il dubbio e la domanda di un cuore in ricerca, un film coinvolgente, una lacrima che rompe le maschere.

 

Bellezza: E l’elenco non finirebbe mai: non pienamente detto o raccontato proprio come lo Spirito Santo, inesauribile sorgente di creazione e di vita nuova.
Lo diceva tanto tempo fa un grande uomo e letterato, Dostoyesky: “La bellezza salverà il mondo”. Lo ha ripreso il Cardinal Martini in una sua lettera pastorale: “…..”. Noi ne abbiamo riconosciuto il valore e ci siamo interrogati su come renderlo quotidiano e incontrabile.